Home » blog » normative » Che cosa stabilisce la direttiva “Case Green”

In che modo la direttiva europea “case green” influisce sulla ristrutturazione della casa? È una domanda opportuna oggi dal momento che tale direttiva, proprio nell’aprile 2024 è stata definitivamente rivista e pubblicata. “Un’ondata di ristrutturazioni per l’Europa: inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita” è il claim del movimento portato avanti all’interno del Parlamento Europeo con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico degli edifici che al momento sono responsabili del 40% dei consumi energetici dell’Unione Europea.

Un dato significativo che solleva un tema a cui spesso non si pensa: le case inquinano ma questo può cambiare. Naturalmente si tratta di un passaggio che necessita gradualità, soprattutto nel nostro Paese in cui gli edifici sono spesso obsoleti, le case antiche e gli scenari vincolati. A ciò si aggiunge il costo degli interventi volti alla riduzione dei consumi energetici, costi che gravano sulle famiglie che dunque devono avere il tempo di prepararsi.

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Cosa si intende per “case green”

Come l’espressione suggerisce per “case green” si intendono tutte quelle case il cui funzionamento avviene nel rispetto dell’ambiente. Si fa riferimento, naturalmente, ai consumi di gas, elettricità e acqua ma anche ai materiali con cui gli edifici vengono costruiti e all’utilizzo di tecnologie che possano ridurre l’impatto ambientale della vita all’interno delle abitazioni.

Sebbene il nome della direttiva faccia riferimento alle case, gli edifici coinvolti sono anche quelli pubblici e non residenziali due categorie che nella calendarizzazione degli interventi dovranno adeguarsi ai nuovi parametri ancor prima delle vere e proprie abitazioni. Il percorso di decarbonizzazione degli edifici segue due direttive: ridurre i consumi di gas ed energia e aumentare l’efficienza nel loro utilizzo. Del resto, come ricorda la direttiva, gli edifici sono responsabili dell’emissione di gas serra prima, durante e dopo il loro ciclo di vita. Si tratta, dunque, di una visione di lungo termine anche se il tempo scorre in fretta ed è opportuno avviare questo cambiamento da subito.

Cosa prevede la direttiva?

Nelle sue intenzioni iniziali, la direttiva aveva degli obiettivi molto ambiziosi, che probabilmente non tenevano conto delle specificità di ciascun paese membro dell’Unione Europea. Le differenze tra paesi possono essere molto significative sotto il profilo edilizio e quindi gli stessi obiettivi possono essere difficili da raggiungere per alcuni e facili per altri.

Per questo, a seguito di una intensa discussione sul tema sono stati individuati step più graduali e concessa la possibilità, al singolo stato, di richiedere delle deroghe in relazione alla propria situazione specifica. La direttiva prevede innanzitutto un nuovo sistema di calcolo della prestazione energetica, indispensabile per valutare se e come intervenire su ogni singolo edificio. Inoltre, prevede anche dei nuovi requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici. Questi due elementi sono alla base di tutto l’impianto della direttiva e il senso è: misurare l’impatto ambientale e individuare gli aspetti su cui intervenire, se necessario, per ridurlo.

Quali sono le scadenze

La direttiva “case green” è senz’altro una direttiva rivoluzionaria che ha il potere di cambiare radicalmente il panorama edilizio europeo, soprattutto di quei paesi, come l’Italia, in cui il patrimonio edilizio è in buon parte radicato nel passato e sconta un approccio alla costruzione che non contempla l’aspetto ecologico. Inoltre, sul lungo periodo, avrà il potere di mettere tutti i paesi sullo stesso livello di consumo energetico edilizio laddove oggi sussistono differenze profondissime. Proprio in quanto rivoluzionaria la direttiva prevede scadenze non immediate: l’obiettivo temporale finale è il 2050 anno in cui, secondo la direttiva, si otterrà un patrimonio edilizio a emissioni zero.

A questo scopo, già tra il 2028 e il 2030 gli edifici di nuova costruzione dovranno essere progettati con un approccio a zero emissioni e una riduzione al 26% di quelli già esistenti. Per quanto riguarda l’edilizia residenziale e nello specifico gli edifici già esistenti, gli obiettivi sono diminuire l’impatto energetico del 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035. Uno scadenzario specifico riguarda l’installazione di impianti fotovoltaici che entro il dicembre 2029 dovranno essere installati su tutti gli edifici nuovi residenziali e relativi parcheggi coperti ed entro il dicembre 2030 su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile maggiore di 250mq.

Case Green e bonus per l’edilizia

Negli ultimi anni gli interventi di ristrutturazione legati a un incremento dell’efficienza energetica sono stati sostenuti da una serie di agevolazioni fiscali e rimborsi noti con la definizione di “bonus”. Entro il 2025 la maggior parte di queste misure si concluderà e non sarà più applicabile. Al momento, quindi, gli interventi collegati alla direttiva “case green” non beneficiano di particolari sostegni finanziari ma non si esclude che, vista l’entità degli interventi, gli Stati non decidano di stanziare dei fondi appositi.

Sono previste sanzioni?

Come non sono al momento presenti misure a sostegno degli interventi necessari alla decarbonizzazione indicata dalla direttiva “case green” allo stesso modo non sono previste sanzioni nel caso in cui le scadenze non vengano rispettate. Nei prossimi anni, i singoli stati, con l’avvicinarsi di tali scadenze e soprattutto della scadenza finale, potrebbero provvedere a stabilire delle procedure sanzionatorie.